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al testo di Marina Pacifici
Viaggio al termine della notte
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Nel bianco e nero dei miei anni perduti il tuo volto fra i ricordi più cari nel mio cuore ho suggellato.
Ora che i nostri cammini son separati rivivo il malinconico andante dei nostri anni fugacemente volati….
Tu il mio dono d’ali tragicamente infranto…
Lacrime di fuoco ustionano il mio niente quotidiano ora che non mi sei più accanto.
Angelo mio, ovunque tu sia ascolta il mio celato pianto….
Echi di rimpianto della mia fanciullezza, brevi frammenti in bianco e nero nella luce amorevole del tuo paterno sorriso, effimero rifugio alla mia solitudine.
Attendimi al varco sull’ombroso sentiero accanto ai frondoso ontano.
Attendimi nel mio viaggio al termine della notte. Come da bambina dilegua i miei incubi.
Accarezzami nel tepore Della tua infinita dolecezza, dissolvi in lacrime catartiche la mia invincibile tristezza.
Accoglimi fra le tue braccia profumate di viole,
rasserenami al caldo autunno delle tue parole…..
Prendimi per mano sii per me l’aurora nel giorno arcano.
Marina Pacifici
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Maria Rosa Cugudda
- 12/02/2011 20:11:00
[ leggi altri commenti di Maria Rosa Cugudda » ]
Dedica stupenda e nobile , con versi ricamati da un cuore che ha nascosto una grande sofferenza per la dipartita di un padre meraviglioso, ma che sicuramente lautrice sente prempre presente! molto toccante e coinvolgente.
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Loredana Savelli
- 12/02/2011 09:18:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Le tue poesie sono variazioni sul tema della nostalgia (la figura paterna, mi sembra). Un modo anche per evidenziare il potere "terapeutico" che può avere la scrittura: si ha bisogno di ripetere a se stessi con parole ricorrenti quello che il cuore conosce già prima ma il tutto deve passare dalla mente e dal corpo, deve essere "agito" fino a diluirsi in un oblio pacificante. Ciao
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